Il Terminillo e la cresta Sassetelli

Un bellissimo anello per godersi appieno la montagna di Rieti.


Il Terminillo è una montagna di casa, l’interesse che desta la vetta, soprattutto in questa stagione è anacronistico tante sono le volte che l’abbiamo “calpestata”, la sua cima però in qualche maniera catalizza l’attenzione e tutte le escursioni finiscono per coinvolgerla. E’ stato questo il motivo che mi ha fatto pensare ad una escursione diversa, che non tenesse conto del rifugio Sebastiani e che non fosse determinata dai i 2212 mt della vetta, che percorresse tratti nuovi e magari angoli meno conosciuti di questa piccola montagna. Carta alla mano ho fatto quello che mai mi è capitato, soffermarmi intorno alla località di Pian de Valli, frequentata da chi ama lo sci, molto meno da chi in montagna ci va per camminare. Poco fuori il centro abitato parte un sentiero che traversando sotto le creste sale fino alla sella di Val d’Organo e da lì, per la cresta Sassetelli, sfiorando il Terminillo e passando sul Terminilletto chiudeva quello che ho pensato subito essere un bellissimo anello. Le creste e le vette erano un pretesto, la parte interessante di questa escursione era il lungo traverso basso che tagliava i ripidi valloni dell’Inferno e degli Angeli che tante volte avevo visto dall’alto. Lasciamo l’auto nella piazza di Pian de Valli, vista l’ora mattutina pieno di posti per parcheggiare, saliamo l’unica strada che sale verso l’alto e che si infila tra un paio di hotels, il nastro di asfalto si ferma poco oltre, sulla sella sovrastante dall’evocativo nome di Sella del Vento, mi accorgerò che si poteva raggiungere anche con l’auto e che c’era anche posto per parcheggiare. Prendiamo la carrareccia sulla destra, a sinistra la stesa conduce a degli impianti di risalita, dopo circa cento metri la stradina si infila nel bosco, accanto ad una segnaletica del CAI che riporta i dettagli dei sentieri e delle località che da li si possono raggiungere. La strada è ampia, evidentemente ad uso dei mezzi di gestione degli impianti, saliamo di poco dentro un bosco fresco e a tratti buio, sulla destra si intervallano canali erbosi che scendono dal Terminilluccio e che d’inverno tracciano le piste in discesa, la strada rimane ampia anche dopo aver superato l’ultimo impianto di risalita, sale per poco e poi inizia a scendere lentamente, a lungo, inaspettatamente troppo a lungo ci pare; sempre attraverso il bosco, ne esce per pochi tratti, continua a scendere per una mezz’oretta fino ad incrociare il vallone degli Angeli, dove su una terrazza termina il suo tratto dolomitico e dove troneggia in splendida posizione il bel rifugio La Fossa, di proprietà del comune di Cantalice e gestito da Legambiente. La stanza di soccorso con tre brandine è aperta ed ordinata, il resto del rifugio è ovviamente sprangato, la struttura è davvero bella e bella è la location. Il vallone degli Angeli che sopra spacca la montagna impressiona alla stessa maniera di quando lo si vede dall’alto, il controluce della mattina esalta le sue asperità e la sua ripida discesa, un angolo di alta montagna; la carrareccia termina qui, su questa terrazza, oltrepassato il rifugio il sentiero riprende stretto, ben marcato e ripido; i primi tratti non sono contraddistinti da un buon fondo, si sale repentini e si scivola all’interno del bosco e non sono poche le volte che occorre guadagnarsi a fatica il passo successivo. Per fortuna dura poco questo momento, il tempo di recuperare un minimo di dislivello, poi il sentiero si fa preciso, bel tracciato, con piccoli salti rocciosi che si fanno aggirare e qualche tornante si prendere ulteriore quota, esce dal bosco definitivamente nei pressi della fonte Acqua Santa a 1745 mt; bello questo tratto molto vario e con dei begli scorci sulla piana di Rieti e sul vallone degli Angeli con le creste sottili che lo sovrastano. La fonte dell’Acqua Santa, imponente costruzione, è asciutta, si sente scorrere l’acqua dietro uno sportello, evidentemente viene captata per altre utilità. Dalla fonte il sentiero continua con pendenza più leggera, ben tracciato scivola tra praterie d’alta quota dove stanno iniziando le fioriture delle tante Genziane; così fino alla sella di val d’Organo, gli orizzonti guardando indietro diventano più ampi, spaziano dalla piana alla città di Rieti e a sinistra tra i boschi sotto le creste del Terminilletto sul sottile campanile e il centro abitato di Pian del Valli, che da qui sembra un tipico paesino delle Alpi, il colpo d’occhio per alcuni dettagli rimanda alle montagne del Nord. La sella di Val d’Organo è dominata dalla bella parete rocciosa della Cima Sassetelli duecento metri circa più in alto, oltre, verso Est risprofonda nella omonima valle, “scavvallata” la sella come sempre si è in queste situazioni di nuovi orizzonti, è stato spontaneo alzare lo sguardo e cercare i profili dei Sibillini, della Laga e del Gran Sasso ma oggi, quasi inaspettatamente, era inutile farlo. Verso Est il Porcini e il Monte di Cambio, lì vicini, erano oscurati, mimetizzati o coperti da una nuvolaglia plumbea e minacciosa che non ci aspettavamo, più lontano quasi non esisteva più nulla, le montagne erano scure, del colore delle nuvole e della pioggia che a tratti si vedeva scendere, pochi i profili riconoscibili. Anche il vento in cresta sapeva di pioggia, il contrasto era forte, alle nostre spalle verso Ovest orizzonti assolati, ad Est un fronte nuvoloso minaccioso che a tratti si concretizzava in impressionati colonne d’acqua, bello a vedersi, la potenza della natura era palese. La sosta è stata per forza breve, tra un panino e un po’ di frutta si sono inseriti dei tuoni non troppo lontani, ci rendevamo conto che di fatto la cresta che saremmo andati a percorrere correva sullo spartiacque della perturbazione, non rimaneva che sperare che non avanzasse verso Ovest, non era esattamente il posto migliore per affrontare un temporale ; un’ora da dove eravamo al Terminillo, i tuoni sempre più serrati, le nuvole nere e le colonne d’acqua hanno finito per metterci fretta e ci siamo rincamminati lungo la cresta. Prima ampia, erbosa e lenta, ben presto ghiaiosa con frequenti tornati siamo saliti in alto in meno di mezz’ora; la cresta Sassetelli è sempre un bel camminare, molto panoramica da una parte e dall’altra, sottile in alcuni tratti tanto da dover usare le mani per arrampicare o disarrampicare, era la prima volta che la percorrevamo verso Sud, davanti ogni volta che si alzava lo sguardo avevamo sempre le vette principali e le creste che avremmo a percorso da lì a poco, quest’oggi per aggiungere interesse verso Est avevamo anche lo spettacolo delle nuvole scure vorticose, delle colone d’acqua verticali e possenti e dei temporali che colpivano qua e là dalle parti di Posta. Lentamente, le nuvole si addensavano sul Terminillo ma non sembravano mai troppo minacciose, continuiamo a salire, sempre divertenti sono i passaggi intorno alla vetta Sassetelli dopo di che in una ventina di minuti e di agevole sentiero siamo di nuovo in cima al Terminillo. Il tempo di una foto accanto al cippo di vetta e ripartiamo per chiudere il giro. Cinquanta metri sotto la cima il sentiero si biforca sulla sinistra, scende ripido, si superano un paio di salti rocciosi senza nessuna difficoltà e si raggiunge la sella poco più di 200 mt. più in basso, sottile sovrasta il vallone degli Angeli e quello dell’Inferno, sulla sinistra il terreno degrada più dolcemente verso il nastro d’asfalto che sale al Sebastiani. Non rimaneva che salire fino al Terminilletto, una serie di gobbe in cresta che si fanno superare facilmente e in poco tempo, questo tratto sorprende sempre, ripido ed esposto da sotto incute sempre un po’ di rispetto e si finisce sempre per ammettere che è molto più facile di quello che sembra, sia in ordine di tempo per salirlo che per le difficoltà che si devono superare. In vetta al Terminilletto abbiamo trovato il rifugio Rinaldi aperto, con tanto di proposte culinarie, non ce lo aspettavamo. La discesa è una sorta di precipitare a valle, il sentiero taglia con lunghi traversi il ripido pendio allungando molto il percorso rispetto a quella che è la percezione visiva fino alla sella sotto il Terminilluccio, aggiriamo a destra le antenne e l’arrivo della funivia, prima su una breve strada brecciata di servizio e poi continuando su una traccia marcata, riportata sulle carte solo da una esile linea tratteggiata, fino alla Sella dei Venti. E’ stato un anello di circa 12 Km, con un dislivello totale di circa 800 mt. vario e con tanti spunti diversi, di certo superiore ad ogni più benevola attesa. Da evidenziare l’efficacia di compiere questo anello in senso orario perché molto più ricco di viste panoramiche rispetto alla classica discesa dalla vetta del Terminillo verso Nord.